La qualità e l’attenzione per i dettagli dei laboratori artigianali di Rocco Ragni sono riconosciuti in tutta la nazione. Eclettismo, curiosità e passione rendono la maglieria del Ceo e direttore creativo Rocco Ragni un prodotto unico e moderno allo stesso tempo. Per celebrare la nuova era del knitwear all’italiana, di seguito l’intervista di Rocco Ragni al magazine Elle Italia.
5 DOMANDE A… Rocco Ragni Knitting factory
“Sono un sarto 2.0”: cosiì ama definirsi Rocco Ragni (sotto), fondatore, Ceo e direttore creativo dell’omonimo brand di moda con sede tra le colline di Compresso, non lontano da Perugia.
Quanto contano la vostra storia e il vostro know-how artigianale?
«Mia nonna e mia madre mi hanno trasmesso il loro sapere e la passione per la maglieria legata al territorio. Oggi la tecnologia è fondamentale, e la mission è fare in modo che questa eccellenza continui a essere apprezzata in Italia e all’estero».
Ci parla della collezione primavera-estate 2023?
«La maglieria è sempre il pezzo forte, ma ho aggiunto anche abiti femminili e romantici, freschi e fluidi, con l’idea di giocare insieme alle sovrapposizioni (sopra, due outfit)».
Quali sono i capi su cui puntare?
«I micro pull in tonalità baby, quelli traforati con lurex e i modelli over leggerissimi. Credo che saranno dei must anche gli abiti camicia anni ’70 e la giacca femminile senza bottoni, con le maniche a soffietto».
Che lavorazioni e tessuti avete impiegato?
«Abbiamo sviluppato delle stampe esclusive e lavorato con tessuti leggeri
e naturali, privilegiando il comfort e la morbidezza. Cashmere Clinic è invece un programma di assistenza per ricondizionare il vecchio maglione in un’ottica di sostenibilità».
Quale palette avete scelto?
«Il rosa in tutte le declinazioni, dal pastello all’antico, fino allo shocking, a cui abbiamo abbinato toni estivi come il verde. Ma c’è anche l’arancio, gli azzurri e il color blocking». M.M